Diabolik

Diabolik recensione film dei Manetti Bros. con Luca Marinelli e Miriam Leone [Anteprima]

Diabolik recensione film dei Manetti Bros. con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Serena Rossi e Claudia Gerini

È curioso che a distanza di un giorno l’uno dall’altro arrivino nelle nostre sale due cinefumetti molto attesi: Spider-Man: No Way Home – forse uno dei film più attesi dell’anno – e Diabolik, ultima fatica dei Manetti Bros., al secolo Marco e Antonio Manetti, tratto dal celeberrimo fumetto italiano nato dalle fumettiste Angela e Luciana Giussani nel 1962. In particolare, il film dei Manetti è ispirato al terzo albo della serie a fumetti, L’arresto di Diabolik, che sancisce l’incontro tra il ladro mascherato ed Eva Kant.

Ed è proprio sulla relazione tra i due che si poggia gran parte del film, difatti il Diabolik interpretato da Luca Marinelli è il personaggio ormai entrato nell’immaginario collettivo, non si tratta di una storia di origine o di formazione. Ciò che cambia la sua vita è la conoscenza con l’affascinante Eva Kant, interpretata da Miriam Leone. Il rapporto tra Diabolik ed Eva è un continuo gioco costituito da sfide psicologiche in cui entrambi rischiano qualcosa e contemporaneamente restano vittime di un colpo di fulmine che li unirà per sempre.

Diabolik recensione film dei Manetti Bros. con Luca Marinelli e Miriam Leone
Diabolik dei Manetti Bros. con Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea (Credits: 01 Distribution)
Alessandro Roia e Miriam Leone
Alessandro Roja e Miriam Leone (Credits: 01 Distribution)

C’è da sottolineare che la caratterizzazione migliore è dedicata a Eva: spietata e sinuosa, è un personaggio femminile fuori dagli schemi e perennemente in lotta contro uomini che cercano di possederla e incatenarla. Prima l’ex marito e poi George Caron (Alessandro Roja), viceministro della giustizia che la vorrebbe tutta per sé probabilmente solo per esibirla come trofeo alle importanti feste alle quali partecipa. ‘Mogliettina un corno!’ esclama fiera in un momento della pellicola, in cui la sua voglia di agire – e non di fare la mogliettina, appunto – risulterà decisiva per il suo compagno. Se la “sfida” tra i due personaggi è vinta da Eva, quella tra i due attori finisce in pareggio, tanto Miriam Leone quanto Luca Marinelli, che sicuramente ha dato vita a performances migliori, sono credibili nei rispettivi panni.

Il lavoro tematico risiede principalmente sull’elemento della maschera, non c’è personaggio che non ne indossi una, che questa sia fisica o figurata: da quella nera e minacciosa del protagonista, a quella metaforica di Eva che nella prima parte recita il ruolo della triste vedova, le maschere facciali sono decisive persino per la riuscita dei complessi piani di Diabolik. Ginko, acerrimo nemico del re del terrore qui interpretato dall’impeccabile Valerio Mastandrea, non indossa una maschera ma la sua personalità è ormai sotterrata dall’ossessione per la cattura di Diabolik. È interessante che quella di Diabolik non sia una maschera che lo nasconda bensì che lo riveli, poiché egli è l’unico che vive la vita secondo le sue sincere quanto discutibili regole, assai distanti dal nostro codice morale.

Luca Marinelli è Diabolik
Luca Marinelli è Diabolik (Credits: 01 Distribution)
Valerio Mastandrea è Ginko in Diabolik
Valerio Mastandrea è Ginko in Diabolik (Credits: 01 Distribution)

Esteticamente il lavoro della coppia di registi romani è ammirevole, i due riescono a creare un mondo credibile in costante bilico tra il noir cinematografico e il mondo del fumetto; Diabolik usa i suoi ingegnosi gadget già dalla prima sequenza e tale scelta è un espediente che i registi conoscono molto bene, mostrare agli spettatori ciò che vedranno nel film fin dai primissimi istanti è un ottimo modo per abituarli alle atmosfere del resto della pellicola. Costumi, dialoghi, musiche, sono tutti elementi ben studiati per funzionare perfettamente all’interno del mondo filmico e consegnano all’intero racconto un’estetica noir elegante e allo stesso tempo fumettistica. C’è da dire che Diabolik si prende i suoi tempi, non è un film dai ritmi sfrenati con una scena adrenalinica dietro l’altra, ma ciò permette alla pellicola di distinguersi all’interno del genere di riferimento, quello del cinefumetto, che negli Stati Uniti produce spesso opere che tendono ad assomigliarsi l’un l’altra.

Si nota tuttavia nell’opera una certa mancanza di calore. Con i loro due film precedenti, Song’e Napule e Ammore e malavita, i Manetti ci avevano abituati ad un grande coinvolgimento emotivo con la vicenda messa in scena che qui manca, non che non si noti l’amore che i registi provano verso il fumetto di partenza, ma la maniacalità estetica raffredda un po’ l’empatia nei confronti della storia. Diabolik non travolge dal punto di vista delle emozioni, non necessariamente un difetto ma una mancanza che potrebbe essere colmata nei sequel già in programma. La grande costruzione cinematografica e un cast azzeccato rendono comunque Diabolik una pellicola importante e meritevole nel nostro panorama attuale. Dopo il rinvio di quasi un anno causato dall’andamento della pandemia, arriva finalmente nelle nostre sale ed è proprio la sala cinematografica il luogo in cui questo film merita di essere visto.

Alessandro Roia e Miriam Leone
Alessandro Roja e Miriam Leone (Credits: 01 Distribution)
Valerio Mastandrea è Ginko in Diabolik
Valerio Mastandrea è Ginko in Diabolik (Credits: 01 Distribution)
Miriam Leone è Eva Kant in Diabolik
Miriam Leone è Eva Kant in Diabolik (Credits: 01 Distribution)

Sintesi

Ispirato al terzo albo della serie a fumetti delle sorelle Giussani, L’arresto di Diabolik, che sancisce l’incontro tra il ladro mascherato ed Eva Kant, Diabolik dei Manetti Bros. si incentra sul tema della maschera, convincendo grazie alla rappresentazione di un mondo credibile e ad un'estetica elegante, in bilico tra il noir cinematografico e il mondo del fumetto.

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