Baz Poonpiriya intervista al regista di One for the Road [FEFF 24]

Intervista al regista thailandese Baz Poonpiriya, atterrato in Italia in occasione della ventiquattresima edizione del Far East Film Festival per presentare il suo ultimo lavoro realizzato in collaborazione con Wong Kar Wai, One for the Road

Baz Poonpiriya: intervista al regista di One for the Road durante il Far East Film Festival 24, dalla collaborazione con Wong Kar-wai alle fonti d’ispirazione

One for the Road appartiene chiaramente al genere del road movie ed il tema del viaggio si configura come un tema topico che è stato affrontato spesso e da diversi registi nel corso del tempo, ognuno con un suo particolare modo di raccontarlo.
È un genere che passa dai grandi classici della storia del cinema fino ad arrivare ad alcuni “classici contemporanei” – in particolare ci riferiamo al film di Cuarón Y tu mamá también, pellicola che, oltre a condividere lo stesso genere di
One for the Road, presenta in comune alcuni temi della storia, come la malattia terminale di uno dei protagonisti. A tal proposito, quali sono state le tue principali fonti di ispirazione per la realizzazione di questo film, hai attinto molto, durante il processo di scrittura, a situazioni reali, oppure hai lasciato lavorare molto la fantasia? Ci sono state altre forme d’arte, in letteratura o nel cinema, che ti hanno suggerito qualche idea per la realizzazione del film?

Baz Poonpiriya: Si tratta del film più personale che io abbia mai realizzato. È una pellicola che ho creato e a cui ho lavorato insieme a Wong Kar-wai, i miei due film precedenti non hanno niente a che fare con questo tipo di lavoro, non avevo mai fatto niente del genere prima. Wong è stata la persona che ha provato a spingermi oltre i miei limiti, per superarli, per arrivare a creare qualcosa che fosse più personale. I personaggi sono vagamente e liberamente ispirati ad alcune situazioni del mio vissuto personale ma, in generale, in termini di ispirazione, credo che sia stato proprio Wong ad aiutarmi in questo processo.

Baz Poonpiriya al FEFF 24
Baz Poonpiriya al Far East Film Festival 24 (Credits: Luca Chiandoni/FEFF)
Baz Poonpiriya al Far East Film Festival 2022
Baz Poonpiriya al Far East Film Festival 2022 (Credits: Alice BL Durigatto/FEFF)

LEGGI ANCORA: One for the Road, la recensione del film di Baz Poonpiriya

La musica che costituisce la colonna sonora rappresenta senza dubbio uno dei principali punti di forza del film e, in particolare, della narrazione di alcuni eventi.
Non tutti hanno potuto testimoniare in prima persona il successo di canzoni come One (Harry Nilsson) o Tiny Dancer (Elton John), sicuramente, però, chiunque è cresciuto ascoltando – in un modo o nell’altro – questi pezzi. Sono canzoni che in qualche modo riescono a trasmettere un senso di nostalgia universale: in qualsiasi parte del mondo ci si trovi, è certo che qualcuno le canti.
Chi ha scelto le canzoni e quali sono le motivazioni che stanno dietro a questa selezione? Cosa avevi in mente di trasmettere inserendo questi pezzi pop come sottofondo di una storia così personale?

Baz Poonpiriya: Se con la mente torni indietro nel tempo e guardi alcuni film di Wong Kar-wai, ti rendi conto che alla musica viene assegnato un ruolo molto importante, di primo piano, nelle storie che il regista racconta. Molte bellissime scene sono vagamente ispirate alla sensazione che una precisa canzone riesce ad evocare; quindi, il processo della scelta di queste canzoni si è rivelato molto naturale e lineare e in questo caso ti direi che sono stato proprio io a decidere quali canzoni inserire. Sono cresciuto con queste canzoni famose, mi ricordo infatti che quando ero bambino e mio padre accendeva la radio sentivamo spesso questi pezzi pop internazionali e, pur non comprendendo il testo e non conoscendo il cantante, mi rimaneva impresso il suono della musica: il ricordo, la rievocazione di questa sensazione gioca un ruolo primario nella decisione finale della musica ed è per questo motivo che le ho scelte.

Baz Poonpiriya al FEFF 24
Baz Poonpiriya al Far East Film Festival 24 (Credits: Luca Chiandoni/FEFF)
Intervista al regista thailandese di One for the Road
Baz Poonpiriya al Far East Film Festival 2022 (Credits: Alice BL Durigatto/FEFF)
Com’è stato lavorare con gli attori? È stato lasciato molto spazio libero all’improvvisazione o, alla fine, si sono attenuti alla sceneggiatura in modo rigoroso, magari seguendo più alla lettera le tue indicazioni?

Baz Poonpiriya: Prima di tutto c’è da dire che l’intero cast è composto da attori di prima categoria in Thailandia, mi sento davvero molto fortunato ad aver avuto l’opportunità di lavorare con loro, sono davvero un’ottima squadra. Insieme, durante le riprese delle scene, abbiamo provato a lasciare molto spazio all’improvvisazione, sul set.
Ci siamo attenuti molto a quella che definirei “l’essenza” del film, ma, al di là di questo, ho lasciato loro un ampio margine di libertà di modo che potessero trovare la migliore maniera per poter esprimere tutte queste emozioni dal cuore. Molti gesti, molte conversazioni sono frutto di improvvisazione
.

One for the Road, nonostante prenda le mosse da toni più leggeri e comici, finisce per regalare allo spettatore una serie di situazioni suggestive ed emotive. Nell’interpretazione di questi personaggi, sono riusciti, soprattutto gli attori protagonisti, ad entrare facilmente nel ruolo? È stato difficile per loro abbandonare, alla fine delle riprese, questi personaggi?

Baz Poonpiriya: Adesso che me lo stai chiedendo… ti direi di no! (ride) Le riprese con questo cast sono filate lisce come l’olio, spesso mi sono ritrovato proprio a divertirmi sul set. In quanto regista posso dire che è stato molto rigenerante vedere come la produzione procedeva, ed è qualcosa che solitamente non viene dato per scontato. A volte diamo per scontate troppe cose in questi processi, ma quando accade qualcosa di inaspettato, alla fine, si rivela una sorpresa positiva per tutti. È stato un onore poter raccontare questa storia con un cast di così alto livello.

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