Beyond the horizon

Beyond the horizon (Le Milieu de l’horizon) recensione [#RomaFF14]

Beyond the horizon (Le Milieu de l’horizon) recensione del film di Delphine Lehericey con Laetitia Casta, Clémence Poésy, Thibaut Evrard e Luc Bruchez

Estate 1976. In una anonima campagna francese durante un’ondata mefitica di caldo e siccità l’adolescente Gus trascorre le sue giornate aiutando i genitori nella fattoria di famiglia e leggendo fumetti.
L’universo rassicurante del ragazzo poco a poco inizia a sgretolarsi in concomitanza del cambiamento climatico perché la calura non solo colpisce gli animali, ma incide profondamente sul comportamento delle persone.

Assiste infatti al crollo del padre e del mondo rurale di campagna dove gli agricoltori, costretti a cavalcare il treno della modernità e del profitto, perdono il contatto con la natura e i parametri di riferimento, anche culturali. La madre, fino ad allora amorevole e punto focale della famiglia, inizierà ad estraniarsi dalla vita familiare. Man mano che la temperatura aumenta, il mondo ed i riferimenti di Gus si squagliano dinanzi ai suoi occhi: animali morenti, campi arsi, contadini disperati che lottano come possono in mancanza d’acqua, la madre che lo abbandona.

Beyond the horizon (Le Milieu de l'horizon) recensione
Beyond the horizon (Le Milieu de l’horizon) di Delphine Lehericey con Laetitia Casta e Luc Bruchez
Beyond the horizon (Le Milieu de l'horizon) recensione
Beyond the horizon (Le Milieu de l’horizon)

Tratto dall’omonimo libro di Roland Buti, con Beyond the horizon la regista svizzera Delphine Lehericey mette in scena un momento cardine della storia recente facendo appello ai tellurici anni ‘70: dal declino del patriarcato posto in discussione da donne decise a riconquistare la propria libertà intellettuale e fisica, all’avvento delle “regole” del capitalismo che calpestano senza remore i cuori delle persone.

La regista sembra omaggiare sia l’Irène Némirovsky de Il calore del sangue, nella sua rappresentazione di una certa provincia francese e del fatto che nessuno è al riparo quando il sangue si infiamma sia, ovviamente, il Truffaut cantore maestro nel riportare le inquietudini ed i teneri patemi di quell’età “di mezzo” che è l’adolescenza.

Laetitia Casta
Laetitia Casta in Beyond the horizon (Le Milieu de l’horizon)
Laetitia Casta e Luc Bruchez
Laetitia Casta e Luc Bruchez

Il giovane Luc Bruchez è una vera rivelazione che porta sullo schermo tutta la vulnerabilità e la sofferenza di un ragazzino che deve, suo malgrado, crescere in fretta, riuscendo con la sua interpretazione a infondere sia forza che bontà al personaggio di Gus.
Il caldo torrido, che induce a lascivia e violenza, si avverte anche grazie anche alla bellissima fotografia di Christophe Beaucarne.

Un film che trasuda, piano dopo piano, il torpore di una estate tropicale con una forza misteriosa e devastante che allontana i personaggi dai loro rifugi affettivi, permettendo loro (forse) di rinascere, come una farfalla dalla crisalide.

Gabriela

Sintesi

Tratto dall’omonimo libro di Roland Buti, con Beyond the horizon la regista svizzera Delphine Lehericey mette in scena un momento cardine della storia recente facendo appello ai tellurici anni ‘70: dal declino del patriarcato posto in discussione da donne decise a riconquistare la propria libertà intellettuale e fisica, all’avvento delle “regole” del capitalismo che calpestano senza remore i cuori delle persone. Lehericey omaggia sia l’Irène Némirovsky de Il calore del sangue che il Truffaut cantore maestro nel riportare le inquietudini ed i teneri patemi dell’adolescenza.

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