18 regali

18 regali recensione

18 regali recensione del film di Francesco Amato con Vittoria Puccini, Benedetta Porcaroli, Edoardo Leo, Sara Lazzaro, Marco Messeri e Alessandro Giallocosta

Di storie con un tema delicato come le malattie incurabili ne abbiamo viste tante, ma ecco il nuovo film di Francesco Amato, 18 regali, basato sulla vera storia di Elisa Girotto, una madre morta nel 2017, all’età di 40 anni, che decide di lasciare a sua figlia Anna 18 regali per ogni compleanno, fino alla sua maggiore età.

Vittoria Puccini interpreta il difficile ruolo della protagonista Elisa, che dopo la morte lascerà il marito (Edoardo Leo) e la figlia di appena un anno. Prima di morire, Elisa decide di restare vicina a sua figlia anche per gli anni a venire: ogni anno Anna (Benedetta Porcaroli) riceve un regalo da parte della madre, fino all’età di 18 anni. In questo modo sua madre la accompagnerà nel corso della sua crescita, pur non essendo più con lei.

Vittoria Puccini e Edoardo Leo
Vittoria Puccini e Edoardo Leo
Benedetta Porcaroli in 18 regali
Benedetta Porcaroli in 18 regali

Ma il giorno del suo diciottesimo compleanno, Anna decide di non andare alla festa che le hanno organizzato e scappa via. Inizia a vagare ubriaca per strada e viene investita da una macchina. Al suo risveglio riceverà il regalo più bello: sua madre è lì accanto a lei e finalmente Anna potrà conoscerla. Attraverso questo evento 18 regali si distacca dagli altri film del genere dando una svolta fantasiosa ad una storia che, su pellicola, ad un primo sguardo potrebbe apparire troppo sentimentalista e banale.

Elisa ed Anna iniziano un confronto tra madre e figlia molto importante: le due si scontrano ed imparano a conoscersi. La relazione conflittuale tra una madre vittima di un triste epilogo e un’adolescente ribelle è il cuore del film. La parentesi che si apre con uno stratagemma surreale mette alla prova le due donne, che finalmente possono incontrarsi e imparare qualcosa l’una dall’altra.

Vittoria Puccini in 18 regali
Vittoria Puccini in 18 regali
Benedetta Porcaroli e Vittoria Puccini
Benedetta Porcaroli e Vittoria Puccini

Il punto forte dell’opera di Francesco Amato risiede nel cast: Vittoria Puccini rappresenta perfettamente una madre amorevole, a cui la vita ha strappato la felicità; Benedetta Porcaroli (piccola stella emergente grazie anche alla serie Baby) è calzante nel ruolo dell’adolescente ribelle piena di sofferenza interiore; Edoardo Leo (per il quale questo è veramente un periodo d’oro) interpreta molto bene il ruolo di un marito che ha perso l’amore della sua vita, col grave compito di crescere una figlia completamente da solo. L’intero cast offre un’interpretazione calibrata, senza stridere troppo perdendosi in performance eccessivamente melense.

Il regista Francesco Amato è molto bravo nel prendere una storia vera, trattata con molto rispetto, conferendole una nota surreale che risolve quella fase d’impasse dalla quale altri film dello stesso tenore non riescono ad uscire.
Forse, però, a stonare è proprio quella voglia di discostarsi dal pietismo: nonostante la storia di base sia molto forte ed intensa, lo spettatore non riesce ad entrare appieno e ad empatizzare con la storia narrata, emozionandosi meno di quanto ci si aspetterebbe.

In 18 regali si viaggia nel passato e questa volta (a differenza di altri film simili, come P.S. I Love You e Le pagine della nostra vita) non lo si fa mediante una lettera e dei ricordi, bensì fisicamente. Ma nonostante l’interessante espediente della trama, l’opera basata sulla vera, tragica e commovente storia di Elisa Girotto non riesce a spingere sui tasti giusti e a rilasciare emozioni forti. Un vero peccato.

Benedetta Porcaroli in 18 regali
Benedetta Porcaroli in 18 regali
Benedetta Porcaroli in 18 regali
Benedetta Porcaroli in 18 regali
Benedetta Porcaroli in 18 regali
Benedetta Porcaroli in 18 regali

Sintesi

Il regista Francesco Amato è molto bravo nel prendere una storia vera, trattata con molto rispetto, conferendole una nota surreale. In 18 regali si viaggia nel passato e questa volta non lo si fa mediante una lettera e dei ricordi, bensì fisicamente. Ma nonostante l'interessante espediente della trama, l'opera basata sulla vera, tragica e commovente storia di Elisa Girotto non riesce a spingere sui tasti giusti e a rilasciare emozioni forti.

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