Volonté – L’uomo dai mille volti recensione film di Francesco Zippel con Giovanna Gravina Volonté, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Valerio Mastandrea, Marco Bellocchio, Pierfrancesco Favino e Toni Servillo (come se stessi).
Gian Maria Volonté è stato molto di più del grande attore, come le generazioni precedenti hanno imparato a conoscere. Ancora oggi, il suo talento esercita un fascino indiscusso tra gli appassionati di cinema.
Artista poliedrico capace di dare il volto a numerosi personaggi iconici – sceglierne solo uno è difficile – e, al tempo stesso, è stato un uomo molto attivo politicamente, iscritto al Partito Comunista.
Partito dal teatro e dagli sceneggiati televisivi, Volonté si è costruito una carriera cinematografica di tutto rispetto, cercando di lavorare solo con registi affini al suo pensiero e attivismo politico.
Grazie a maestri del cinema italiano come Elio Petri e Francesco Rosi, ha interpretato ruoli memorabili in film che sono diventati veri e propri capisaldi della storia del cinema.
Un uomo impegnato su più fronti, al tempo stesso però legato a moglie e figlia, non dimenticandosi mai di essere anche un padre. Seppur poco presente per motivi lavorativi, i familiari lo ricordano sempre con affetto.
È proprio dalla memoria e da un ritratto sincero, che parte il documentario di Francesco Zippel, dal titolo Volonté – L’uomo dai mille volti.
Attraverso le testimonianze di grandi nomi del cinema italiano contemporaneo, come Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valeria Golino, il regista di Fredkin Uncut e di Sergio Leone – L’uomo che inventò l’America, tratteggia la vita di Gian Maria Volonté in un racconto interessante e ricco di aneddoti, dove il pubblico e critica possono scoprire lati della vita privata meno conosciuti.
Pur presentando alcuni momenti narrativi statici, il nuovo documentario dell’autore romano riesce comunque ad appassionare, grazie all’uso di immagini d’archivio ricercate e in parte inedite, oltre a spezzoni tratti dai suoi film più celebri e dai dietro le quinte di questi ultimi.
Un’opera che, nel suo sviluppo narrativo, offre anche l’occasione di far rivivere delle pagine di televisione italiana con lui come mattatore assoluto. Tra queste spicca l’ironico botta e risposta dal festival di Cannes con Sandra Milo, in cui l’attore milanese prendeva bonariamente in giro la parlata della collega.
Volonté un antidivo tra i divi, come si autodefiniva, è stato comunque il volto (forse) più rilevante del panorama cinematografico italiano, al pari di altri grandi attori quali Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman.
Sicuramente quello più riconoscente nei confronti di un certo tipo di cinema dell’epoca, nonché tra i più bravi a dare anima e corpo a personaggi che solo lui avrebbe potuto interpretare, grazie al suo innato talento.
Ha interpretato praticamente tutte le maschere possibili al cinema (ispettore di polizia, delinquente, presidente del consiglio, e molti altri ancora) e, grazie alla sua esperienza teatrale, è riuscito a dare mille sfumature ai suoi personaggi, come pochi altri. Un artista completo sotto ogni aspetto, ancora oggi ammirato.
Un plauso a Francesco Zippel per averlo omaggiato con un documentario piacevole, senza mai essere una ridondante agiografia. Volonté – L’uomo dai mille volti è un documentario imperdibile per ogni appassionato del cinema italiano e non solo.
Una clip del film: