Thunderbolts*

Thunderbolts* recensione film di Jake Schreier con Florence Pugh

Thunderbolts* recensione film di Jake Schreier con Florence Pugh, Sebastian Stan, Julia Louis-Dreyfus David Harbour 

Una scena del film Thunderbolts* di Jake Schreier (Credits: The Walt Disney Company Italia)
Una scena del film Thunderbolts* di Jake Schreier (Credits: The Walt Disney Company Italia)

Thunderbolts* chiude ufficialmente la fase 5 della Marvel e lo fa in grande stile con una vera e propria rivoluzione narrativa che dà avvio a una nuova era per il futuro della saga.

Valentina De Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), a capo della CIA, elabora un piano letale per eliminare tutte le prove compromettenti che potrebbero incriminarla nel caso di impeachment che la vede coinvolta contro il governo americano. Tra queste ci sono i mercenari da lei assoldati per missioni segrete: la ex Vedova Nera Yelena (Florence Pugh), Ghost (Hannah John-Kamen), Taskmaster (Olga Kurylenko) e il “fake Captain America” John Walker (Wyatt Russell), attirati con l’inganno in una trappola potenzialmente mortale dove li attende, inspiegabilmente, Bob (Lewis Pullman), un misterioso individuo che si allea col gruppo di antieroi con l’obiettivo di fuggire da quella macchina mortale.

A unirsi al gruppo saranno Bucky Barnes (Sebastian Stan), ormai deputato annoiato dalla politica e Red Guardian (David Harbour), per affrontare quella che si rivelerà la vera minaccia: l’insospettabile Bob, l’unico sopravvissuto all’operazione Sentry, un esperimento che aveva come obiettivo la creazione del supersoldato più potente di sempre. Bob si ritroverà a dover fare i conti con questa sua nuova “doppia” dimensione che lo avvicina da un lato al divino e dall’altro all’infinita oscurità.

Thunderbolts* è l’attesa boccata d’aria dopo anni in cui i Marvel Studios hanno sfornato prodotti sia cinematografici che seriali poco focalizzati che spesso faticavano a parlare tra loro, venendo meno alla premessa primaria che aveva dato vita all’universo espanso.

Un film fresco e allo stesso tempo tetro ci riporta alla struttura e le atmosfere che hanno reso unici i film delle prime fasi del Marvel Cinematic Universe, ma con una marcia in più. Chi ha detto infatti che un film di supereroi non possa anche parlare di disagio mentale, depressione e solitudine?

I nostri protagonisti sono sì degli individui speciali dotati di forza sovraumana ma in Thunderbolts* emerge soprattutto il loro lato umano inaugurando così una nuova era di supereroi vendicatori che fondano la propria forza soprattutto sulle loro fragilità.

Piacevoli scene d’azione, una buona dinamica narrativa, un sapiente uso della CGI e personaggi ben caratterizzati sono solo piccoli frammenti se consideriamo ciò che rende vincente questo film e che ci riporta alle origini fumettistiche del brand: super eroi con super problemi.

Thunderbolts* di Jake Schreier (Credits: The Walt Disney Company Italia)
Thunderbolts* di Jake Schreier (Credits: The Walt Disney Company Italia)

Personaggi che portano sulle spalle il peso del fallimento e dell’insoddisfazione, antieroi che hanno smarrito la propria strada e che, in alcuni casi, faticano ad accettare la loro nuova realtà: come Yelena, incapace di elaborare il lutto per la sorella e allo stesso tempo invasa dai fantasmi del suo passato nella camera rossa; oppure John Walker, che non è capace di elaborare il dramma della separazione dalla moglie e dal figlio. E poi Bob, vittima di violenza domestica fin dalla giovane età che incolpa se stesso per non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo. Tutti loro troveranno la forza di sconfiggere il vuoto oscuro che li abita attraverso l’unione con l’altro, in un percorso accidentato che, esattamente come nella realtà, non è lineare e spesso ci fa scontrare dolorosamente con i nostri mostri. 

Marvel ha dunque iniziato un interessante processo di approfondimento di personaggi che avevano figurato nei lungometraggi o serie tv precedenti solamente come comprimari trovando dei corretti canali narrativi che consentono allo spettatore (anche quello che è stato poco costante nel visionare tutti i prodotti creati negli ultimi anni) di conoscere il loro background e conseguentemente di inserirli correttamente nello storytelling visivo.

Siamo lontani dall’altisonanza e la monumentalità di nomi come quello di Robert Downey Jr. e di Iron Man ma il cast di Thunderbolts* riesce a reggere molto dignitosamente il confronto, merito anche di una sceneggiatura che ha saputo equilibrare momenti di pura ilarità con atmosfere maggiormente cupe e fosche che fanno emergere con forza la loro grandiosità attoriale, soprattutto nel caso di Florence Pugh, David Harbour e Lewis Pullman che hanno saputo infondere puro smarrimento psicologico ed emotivo, vuoto e speranza nei corpi dei propri personaggi rendendoli credibili agli occhi degli spettatori.

Un finale che molti avevano dato già per assodato (vd. l’asterisco inserito in fondo al titolo che lo stesso Feige aveva lasciato in sospeso nelle sue dichiarazioni) ma che conferma la svolta che i Marvel Studios sono pronti a compiere, accendendo una luce nei cuori dei fan che non vedono l’ora di seguire le gesta dei New Avengers

Thunderbolts* di Jake Schreier (Credits: The Walt Disney Company Italia)
Thunderbolts* di Jake Schreier (Credits: The Walt Disney Company Italia)

Sintesi

Thunderbolts* è la nuova fenice dei Marvel Studios che inaugura una nuova era di supereroi puntando su un racconto fatto di ombre e oscurità ma anche di speranza e unione che pone delle solide basi per il futuro della saga. Da non perdere la seconda scena post credits!

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