The Son

The Son recensione film di Florian Zeller con Hugh Jackman e Laura Dern [Venezia 79]

The Son continua al cinema la trilogia familiare di Florian Zeller portando l'attenzione sulla figura del figlio. La recensione in anteprima da Venezia 79

The Son recensione film di Florian Zeller con Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Zen McGrath, Anthony Hopkins e Hugh Quarshie

A teatro The Son fa parte una trilogia familiare conclamata e di successo – insieme a The Father e The Mother –  ma anche nella sua riformulazione cinematografica il nuovo film di Florian Zeller non sembra soffrire particolarmente il passaggio da un medium all’altro. Che la scrittura del regista e drammaturgo francese fosse di spessore, lo si era capito dall’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale del 2021 e da un serie di premi teatrali. La prova del Lido è un test di resistenza sul lungo periodo che stavolta si concentra sull’elemento figlio dell’ecosistema famiglia.

La scissione di Nicholas (Zen McGrath) tra le mancanze e le disattenzioni di due genitori divorziati (Hugh Jackman e Laura Dern) apre una voragine in cui sprofondano lentamente tutti quanti. La famiglia si manifesta ben presto come l’ambiente patogeno in cui un figlio si contagia senza anticorpi. Si può fare la spola tra due abitazioni diversi, si può provare a cambiare aria ma quello che pertiene all’inconscio familiare è materia oscura difficile da maneggiare.

Hugh Jackman, Laura Dern e Zen McGrath
Hugh Jackman, Laura Dern e Zen McGrath (Credits: See-Saw Films, Film4)
The Son recensione film di Florian Zeller con Hugh Jackman e Laura Dern
The Son di Florian Zeller con Hugh Jackman, Laura Dern e Vanessa Kirby (Credits: See-Saw Films, Film4)

Sembra che il lavoro di Florian Zeller ricerchi l’assonanza del primo contratto sociale umano con i disturbi mentali. La demenza senile all’esordio cinematografico, qui la depressione adolescenziale, costringono lo spettatore a interrogarsi sulle implicazioni concrete e problematiche della rete che avvolge il nostro stare al mondo. L’amore contiene una percentuale significativa di gravi controindicazioni che soltanto recentemente sono state riportate sul bugiardino.

The Son sceglie di non giocare con l’invenzione registica per svelare le profondità dell’abisso di una famiglia, rimanendo in disparte e al servizio di un testo perfettamente integrato e calibrato sulla società che analizza. Non ci sono giochi temporali, c’è spazio solo per una grande e potente illusione che spezza per un attimo le catene delle nostre sliding doors. Quel che ne esce cambia di vissuto in vissuto, ma il minimo comun denominatore è sempre il dolore.

Sintesi

The Son sceglie di non giocare con l'invenzione registica per svelare le profondità dell'abisso di una famiglia, rimanendo in disparte e al servizio di un testo perfettamente integrato e calibrato sulla società che analizza. Non ci sono giochi temporali, c'è spazio solo per una grande e potente illusione che spezza per un attimo le catene delle nostre sliding doors. Quel che ne esce cambia di vissuto in vissuto, ma il minimo comun denominatore è sempre il dolore.

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