Mission Impossible – The Final Reckoning

Mission Impossible – The Final Reckoning recensione film con Tom Cruise

L’ottavo (e l’ultimo?) capitolo della saga iniziata nel 1996 e sequel di Mission Impossible – Dead Reckoning del 2023

Mission Impossible – The Final Reckoning recensione film di Christopher McQuarrie con Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames e Simon Pegg

di Giorgio Maria Aloi

Mission: Impossible - The Final Reckoning (Credits: Paramount Pictures and Skydance)
Mission: Impossible – The Final Reckoning (Credits: Paramount Pictures and Skydance)

Il film riprende la trama lasciata in sospeso dal capitolo precedente e, nel frattempo, sono trascorsi alcuni mesi. La fine del mondo è vicina, ma Ethan Hunt (Tom Cruise) è pronto a intervenire e riparte da dove aveva lasciato. Recuperata una preziosa chiave crociata, deve ora raggiungere il Sevastopol, un sottomarino nucleare russo distrutto dall’Intelligenza Artificiale e adagiato sotto la calotta polare. La chiave gli consentirà di accedere al codice sorgente dell’IA e disinnescarla. Ormai autonoma e cosciente, l’Entità accede a qualsiasi sistema operativo, manipola fatti, dati e persone, ed è determinata a sterminare la razza umana. Mentre Hunt cerca una soluzione, l’IA prende progressivamente il controllo delle armi di distruzione di massa. È una corsa contro il tempo.

“Le nostre vite sono il risultato delle scelte che facciamo”

Si è giunti così al finale — definitivo o solo temporaneo? — di una saga che ha rivoluzionato il genere action e ha accompagnato il pubblico per ben 29 anni. Una saga che è riuscita a conservare lo stesso spirito in ogni capitolo (impresa non da poco) e che non è invecchiata, proprio come il suo protagonista.

Perché Mission: Impossible non esisterebbe senza Ethan Hunt, ed Ethan Hunt non esisterebbe senza Tom Cruise. Anzi, a volte sembra quasi che sia Ethan Hunt a interpretare Tom Cruise, e non il contrario. Quando si guarda un film di questa saga sembra di vedere lui che ha scelto di essere un agente segreto pronto a tutto, piuttosto che un attore che lo interpreta. Del resto, è noto che non ricorre a stuntman per molte scene d’azione, e si percepisce quanto si diverta a farle.

Questo è ed è sempre stato uno dei punti forti del franchise, ovvero la spettacolarità delle scene d’azione. The Final Reckoning non esce dalla zona di comfort e mantiene lo stesso modus operandi, osando di più con l’azione e ci sono due scene che già solo per quello vale la pena una visione nella migliore sala che si possa trovare nella propria città.

Lungi dall’essere un capitolo “perfetto” — perché non lo è — questo film presenta alcuni difetti piuttosto evidenti. Tuttavia, ciò non significa che sia un brutto film: chi è cresciuto con le missioni impossibili di Ethan ritroverà le stesse emozioni di sempre e si sentirà pienamente intrattenuto.

Il comparto tecnico mostra qualche falla, in particolare nel ritmo narrativo, che si muove a una velocità quasi opposta rispetto alla corsa contro il tempo del protagonista. Mentre Ethan lotta per arrivare in tempo e completare la missione, alcune scene risultano lente, creando un disallineamento tra trama e ritmo che non scorrono allo stesso modo.

A questo si aggiunge un prolungamento del minutaggio non necessario — lo stesso difetto riscontrato in Dead Reckoning — accompagnato da una gestione poco efficace del tempo narrativo. In particolare, la storia impiega troppo tempo a entrare nel vivo, e questo può far cadere l’attenzione ad alcuni spettatori.

Per essere un sequel diretto lo è, ma è anche un continuo omaggio a tutto quello che c’è stato e non è chiaro se serviva a dare una chiusura al franchise, oltre che a questa impresa. Sì, perché il finale non è veramente un finale decisivo ed è a libera interpretazione: finisce così? Si è chiuso un ciclo? Aprono la possibilità ad un nuovo capitolo? O forse il fatto che Ethan Hunt fa parte di quella vita è un riferimento allo stesso Tom Cruise che non può fare a meno di fare l’attore e mettersi sempre in mostra (ci si passa sopra, a questo)? Il futuro darà le risposte.

Mission: Impossible - The Final Reckoning (Credits: Paramount Pictures and Skydance)
Mission: Impossible – The Final Reckoning (Credits: Paramount Pictures and Skydance)

Per quanto riguarda la trama, a tratti sembra più un omaggio a tutto ciò che è accaduto nei vari film di Mission: Impossible che a portare a termine la trama di questo nuovo capitolo. Attenzione: la trama si sviluppa e trova una sua conclusione — pur con qualche difetto tecnico — ma i continui rimandi agli episodi precedenti oscillano tra la nostalgia e la forzatura. Una caratteristica della saga è sempre stata quella di proporre trame estemporanee e fine a sé stessa. Solo il settimo film aveva un finale aperto (il cosiddetto cliffhanger), perché preparatorio per The Final Reckoning.

Per essere un sequel diretto lo è, ma è anche un continuo omaggio a tutto quello che c’è stato. Resta però il dubbio: il finale non è un vero finale decisivo ed è a libera interpretazione? Finisce così? Si è chiuso un ciclo? Lasciano la possibilità ad un nuovo capitolo? O forse il fatto che Ethan Hunt è parte di quella vita è un riferimento allo stesso Tom Cruise che non può fare a meno di fare l’attore e mettersi in mostra? Il futuro darà le risposte.

Infine, i riferimenti politici — chi sostiene che il cinema non sia politico o mente o fa finta di non vedere — e gli argomenti di grande attualità, come ad esempio l’intelligenza artificiale. Tutti i conflitti nucleari citati, le figure politiche mostrate e l’intelligenza artificiale che prende sempre più forma sono una chiara lettura della società contemporanea e di un probabile futuro. Il film mostra sia cosa potrebbe accadere se si mettesse fine ad essa, sia cosa succederebbe se dovesse prendere il controllo, suggerendo implicitamente come dovrebbe essere gestita l’intelligenza artificiale. Una punzecchiatura alle figure potenti? Un incoraggiamento ad un’accurata riflessione su come dovrebbe essere usato questo algoritmo?

Mission: Impossible – The Final Reckoning punta molto su questo, e prima che sia troppo tardi è meglio fare la cosa giusta, fornendo una probabile soluzione attraverso un linguaggio cinematografico abbastanza chiaro. A questo serve anche il cinema: non solo a intrattenere e a emozionare. Nel film ci ha pensato Ethan Hunt… ma nella realtà, chi lo farà?

Mission: Impossible - The Final Reckoning (Credits: Paramount Pictures and Skydance)
Mission: Impossible – The Final Reckoning (Credits: Paramount Pictures and Skydance)

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