G20

G20 recensione film di Patricia Riggen con Viola Davis [Amazon Prime Video Anteprima]

G20 recensione film di Patricia Riggen con Viola Davis, Anthony Anderson, Marsai Martin, Antony Starr e Sabrina Impacciatore [Amazon Prime Video]

Viola Davis e Antony Starr in G20. (Credits Ilze Kitshoff/Prime Video). © Amazon Content Services LLC
Viola Davis e Antony Starr in G20. (Credits Ilze Kitshoff/Prime Video). © Amazon Content Services LLC

G20 è il nuovo lungometraggio con protagonista Viola Davis, quattro volte candidata all’Oscar, uscirà in contemporanea mondiale il 10 aprile su Amazon Prime Video. L’attrice torna sullo schermo dopo oltre un anno di assenza con un’avventura carica di aspettative, ma deludente sotto molti aspetti.

Action thriller con ambizioni serie ma involontariamente comico e parodistico, il film racconta la storia della presidentessa degli Stati Uniti, Danielle Sutton, alle prese con una lotta per la sopravvivenza mentre un gruppo di terroristi mette in atto un piano per sabotare il G20. Decisa a proteggere la sua famiglia, il Paese e i leader mondiali, farà di tutto per ribaltare la situazione.

Ciò che più delude e lascia l’amaro in bocca in questo insolito attentato è la sua totale inverosimiglianza.

È certamente interessante osservare i protocolli di sicurezza che circondano un leader mondiale. Dalle telecamere di sorveglianza ai veicoli blindati, fino alle guardie del corpo. Ancora più affascinante è vedere come, al di là del potere esercitato in pubblico, anche una figura di tale rilievo si riveli, nella sfera privata, una persona come le altre. Alle prese con figli ribelli, pressioni mediatiche e insicurezze quotidiane.

Eppure, raramente un progetto ha fatto così tanto rimpiangere di non essere stato concepito come una serie televisiva. Nella sua durata di quasi due ore, più che una storia completa, sembra di assistere a un frammento di narrazione. Troppi personaggi, che avrebbero meritato un maggiore approfondimento, restano invece intrappolati in una caratterizzazione superficiale e limitata.

Ed è proprio con l’esplosione della bomba durante l’incontro, dopo circa 25 minuti dall’inizio del film, che ci si aspetta un recupero delle questioni, delle psicologie e delle vicende che l’introduzione avrebbe dovuto chiarire. Ma questo momento non arriva. Ciò che segue è una ripetizione ciclica di eventi e inseguimenti, dove perfino gli aspetti positivi della storia finiscono per diventare negativi e compromettere l’esperienza.

Viola Davis e Anthony Anderson in G20. (Photo Credit Ilze Kitshoff/Prime Video). © Amazon Content Services LLC
Viola Davis e Anthony Anderson in G20. (Photo Credit Ilze Kitshoff/Prime Video). © Amazon Content Services LLC

La protagonista, con un buonismo che in alcuni snodi narrativi suona molto poco autentico, risulta un personaggio troppo artificioso per riuscire a coinvolgere davvero. Le leggi della fisica sembrano non esistere, le reazioni e le interazioni tra i personaggi risultano eccessivamente costruite e danneggiano il contesto.

È un dispiacere, inoltre, vedere attori connazionali al fianco di premi Oscar e grandi nomi in ruoli fastidiosamente infantili e ingenui.

È emozionante ritrovare Sabrina Impacciatore in un prodotto dal carattere internazionale. Lo è meno pensare che rappresenti un personaggio per cui qualsiasi cosa dica, seria o ironica che sia, scateni la risata della sala. Una risata che provoca grande imbarazzo per chi conosce la brillante carriera dell’attrice.

Il vero problema del nuovo lungometraggio di Patricia Riggen non risiede assolutamente nel vedere una presidentessa degli Stati Uniti perdere tutta la sua compostezza ed eleganza del primo tempo per poi trasformarsi in una sorta di Rambo al femminile nel secondo, invincibile e immortale. Solo una giusta introduzione avrebbe potuto dare una maggiore comprensione del cambiamento. Il vero problema è piuttosto nel trovare azioni e personaggi che stonano completamente sullo schermo.

Tempo fa, in un dibattito, si discuteva se alcune pellicole fossero più adatte al grande schermo e altre al piccolo, e, per quanto possa sembrare bizzarro, G20 sembra incarnare perfettamente questa seconda categoria.

Nessun personaggio e luogo viene valorizzato a dovere, apparendo quasi come un’incoerenza rispetto alle caratteristiche proprie del genere. Gli attori si trovano così a muoversi in uno scenario claustrofobico e privo di impatto, dove nemmeno la regia e il montaggio riescono a fare la differenza, mostrando sequenze d’azione che risultano sia poco chiare che poco incisive.

Viola Davis in G20. Photo (Credit: Ilze Kitshoff/Prime Video)
Viola Davis in G20. Photo (Credit: Ilze Kitshoff/Prime Video)

Sintesi

Il nuovo film di Patricia Riggen, nonostante le convincenti aspettative, delude su molti fronti. La protagonista, inizialmente seria e composita, si trasforma in un'eroina invincibile e poco credibile, con una trama che non riesce a svilupparsi appieno. I personaggi restano superficiali, e le azioni e le interazioni risultano forzate, rovinando l'esperienza complessiva, aggravata da sequenze d'azione confuse e poco incisive.

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