Familia recensione film di Francesco Costabile con Francesco Di Leva, Barbara Ronchi, Francesco Gheghi e Marco Cicalese
Come raccontare la violenza, quella più oscura e viscerale che lascia senza fiato?
Familia di Francesco Costabile è un biopic che basa le proprie fondamenta narrative su una cultura patriarcale antichissima e allo stesso tempo troppo contemporanea dalla quale non vorremmo più appartenere ma che, dolorosamente, continua a ripresentarsi.
Un retaggio dalle radici arcaiche che risale all’epoca romana, quando con il termine Familia, si indicava un gruppo di servi o persone completamente dipendenti dal proprio padrone, il capostipite, che esercitava su di loro controllo e sopraffazione. Non a caso, la scelta del titolo è ricaduta proprio su questa parola dal sapore dolce e amaro.
Basato sul libro di Luigi Celeste “Non sarà sempre così”, il film racconta la vera storia di Luigi e della sua famiglia, segnata dalla tragica piaga della violenza domestica.
Franco, compagno di Licia e padre di Luigi e Alessandro, che ha reso l’infanzia dei due ragazzi e la giovinezza della donna un ricordo fatto di paura e prevaricazione, esce dal carcere dopo dieci anni. Tornato in libertà tenta di reinserirsi nuovamente all’interno della propria famiglia, promettendo di essere cambiato e di aver compreso i propri errori. Dopo un primo momento di indecisione, Licia decide di dargli una nuova possibilità all’ex compagno nella speranza che questa volta sia tutto diverso. Così, innocentemente, mette a repentaglio la propria vita e quella dei suoi figli, sopraffatta dal senso di colpa sentendosi tradita dallo stato e dalle istituzioni a cui si è rivolta.
Mentre Alessandro ha trovato un lavoro e conduce responsabilmente la propria vita, Luigi, smarrito e alla ricerca della propria identità, si unisce a un gruppo di estrema destra dove respira quotidianamente la stessa rabbia e sopraffazione che viveva pochi anni prima nel proprio ambiente domestico, uno dei pochi punti fermi della sua vita.
Le vicende subiranno nel corso della storia un veloce precipitare degli eventi che porterà a un’ineluttabile fine. Encomiabile l’interpretazione di tutto il cast, specchio di un’eccellenza attoriale tutta italiana che ha visto la premiazione di Francesco Gheghi col Premio per la Miglior Interpretazione Maschile della sezione Orizzonti, prestigioso riconoscimento ad un giovane attore che promette un percorso splendente all’interno della cinematografia italiana e perché no, anche internazionale.
Quella di Luigi e della sua famiglia è una storia di rinascita che si serve del linguaggio di diversi generi cinematografici che vanno dal thriller psicologico all’horror fino al cinema sociale, per comunicare allo spettatore una violenza viscerale e sovrumana che contamina tutto ciò che la circonda, senza però mai ricorrere in maniera esplicita all’esibizione cruda e fine a sé stessa della ferocia e della brutalità fisica.
Permeato da una tensione narrativa costante che accompagna lo spettatore per tutta la durata della pellicola attraverso intensi ritratti psicologici ed emotivi dei personaggi, Familia è uno spaccato di vita che ci consente di empatizzare con i protagonisti della storia e entrare a contatto con la loro intima sofferenza nonché domandarci se è proprio nella porta accanto alla nostra che si consuma questo dramma.
Ecco così che la settimana arte viene in nostro soccorso portando alla luce ciò che spesso noi non siamo in grado di vedere, anche se a volte molto doloroso.