Drop – Accetta o rifiuta recensione film di Christopher Landon con Meghann Fahy, Brandon Sklenar e Violett Beane
Se avete amato i successi del regista – in primis i due Auguri per la tua morte e Freaky – difficilmente non apprezzerete questo nuovo lavoro che, pur prendendo direzioni diverse e mostrando ambizioni più serie rispetto ai precedenti, conserva molti elementi affini con essi.
Violet e Henry si incontrano per il loro primo appuntamento, ma la serata prende una piega inquietante quando la donna inizia a ricevere messaggi anonimi sul telefono. All’inizio sono solo disturbanti, poi la gettano nel panico. Le viene intimato di non confidarsi con nessuno e di obbedire a ogni istruzione: in caso contrario, una figura incappucciata – visibile solo dalle telecamere di sorveglianza di casa – ucciderà suo figlio e la sorella che se ne sta occupando. Violet è costretta a seguire ogni ordine senza possibilità di errore: se sbaglia, perderà tutto. Tra i comandi che riceve, ce n’è uno che la distrugge completamente: deve uccidere Henry.
Drop – Accetta o rifiuta si fa coraggio e decide di esplorare terreni in cui è facile commettere errori. Un’unica location – il ristorante – si carica di tensione e si trasforma in una corsa contro il tempo, dove la protagonista si trova costretta ad affrontare la sua battaglia in piena solitudine.
Non può chiedere aiuto, perché chi la ricatta si trova nello stesso luogo, la osserva e la ascolta in ogni istante.
Scrutando con attenzione le persone sedute ai tavoli, ci rendiamo conto di quanto la tecnologia influenzi profondamente le nostre vite, e quelle degli altri. Una società scollegata dalla realtà, che sceglie di rifugiarsi in un mondo solo apparentemente sicuro: quello digitale. Ed è proprio da lì che avrà origine l’incubo della protagonista.
Il soggetto – che si potrebbe definire, estremizzando, un buon thriller hitchcockiano ambientato ai giorni nostri – sente, con l’avanzare della narrazione, il bisogno di evadere dalle mura del ristorante e aprirsi a un orizzonte più ampio.
Ciò che lascia un retrogusto spiacevole è la sensazione di monotonia e ripetitività: il racconto fatica a trovare un vero momento di rottura e, quando finalmente arriva, risulta forse troppo forzato o eccessivo.
Pur non brillando per raffinatezza nella scrittura, Christopher Landon dimostra di conoscere con abilità le dinamiche narrative del genere, sperimentando con intelligenza su luci, sonoro e montaggio – sebbene quest’ultimo lasci qualche punto interrogativo.
L’alchimia tra i due protagonisti è l’elemento che imprime all’opera la sua traccia più profonda. Violet ed Henry condividono un desiderio comune: tornare a essere felici, un’aspirazione che nel presente appare irraggiungibile, ma che cercano di tenere viva per tutta la durata del film.
Meghann Fahy interpreta una protagonista magnetica, attiva, dotata di coraggio e altruismo: si impegna per fare del bene agli altri, affinché non vivano il dolore che lei ha conosciuto in prima persona.
Sul versante thriller e misterioso, però, il nuovo lungometraggio targato Blumhouse non risulta del tutto convincente: i personaggi secondari appaiono mal delineati e spesso stereotipati, mentre a ogni azione sembra corrispondere una reazione eccessiva, al punto da rendere poco chiari alcuni passaggi narrativi.
Drop – Accetta o rifiuta è una delle opere più deboli di Landon: adrenalinica quanto basta, ma decisamente meno divertente e coinvolgente rispetto ai suoi lavori precedenti. Una pellicola che risulta esagerata ed eccessiva sotto molti aspetti e che, proprio in questa esagerazione, rivela la sua vuotezza e ripetitività.
Premesse di questo tipo avrebbero potuto funzionare meglio all’interno di un thriller d’atmosfera, piuttosto che nella consueta formula horror-comedy, qui priva della necessaria serietà e tensione, continuamente smorzate da battute, risate e derive assurde.