Blocco 181 recensione finale di stagione serie TV Sky NOW di Giuseppe Capotondi, Ciro Visco e Matteo Bonifazio con Laura Osma, Alessandro Piavani, Andrea Dodero, Salmo e Alessio Praticò
Dopo due serie cult ambientate rispettivamente a Roma (Romanzo Criminale) e Napoli (Gomorra), un nuovo prodotto targato Sky e con tematiche legate al crimine approda a Milano. Blocco 181 riporta la città del Biscione sulla cartina geografica del crimine italiano, una veste che al capoluogo lombardo mancava da un po’: se nei polizieschi degli anni ’70 Milano era protagonista assoluta – anche nei titoli stessi dei film, pensiamo a Milano calibro 9 o Milano odia: la polizia non può sparare – negli ultimi anni aveva perso quell’appeal a favore di storie più legate alla finanza o alla moda.
Ciò che più sorprende di Blocco 181 è la scelta di inserire all’interno della narrativa della criminalità milanese uno strano triangolo che diventerà presto una sorta di Romeo + Giulietta + Romeo. La particolare commistione di generi incuriosisce: siamo abituati a precisi stereotipi all’interno del genere criminale e la serie cerca di analizzarli e scardinarli; Blocco 181, girata da Giuseppe Capotondi, Ciro Visco e Matteo Bonifazio si pone l’obiettivo – e lo raggiunge – di proporre al pubblico qualcosa di nuovo. In primis la serie è uno dei prodotti che più lucidamente è riuscita a mettere in scena e ragionare sulla Milano del presente: una città di mentalità europea ma di dimensioni ridotte, con realtà diverse che si scoprono vicine sia tematicamente che geograficamente. Nella Milano di Blocco 181 non esistono confini tra la periferia e il centro, i due mondi non sono separati ma, al contrario, sono decisamente comunicanti e sembra che senza l’uno l’altro non possa esistere; questo concetto è messo in evidenza grazie alla coerenza di sguardo dei due mondi. L’estetica dell’opera, però, cambia quando vengono messe in scena le realtà italiane e latine: la serie riflette in modo deciso sugli scontri tra le etnie del quartiere citato nel titolo. Il problema delle tensioni fra italiani e latini è il centro di tutta la narrazione e gli scontri vengono messi in scena in modo crudo e a tratti sorprendente.
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Ma la tensione maggiore si avverte tra il trio protagonista e la società che li circonda. Ludo (Alessandro Piavani), Bea (Laura Osma) e Mahdi (Andrea Dodero) sono perennemente in contrasto con tutto quello che li circonda ed è solo quando si incontrano che riescono a ribellarsi alle regole imposte da chi li ha cresciuti. Blocco 181 è sostanzialmente la storia di un gruppo di ragazzi che sarà costretto a scegliere tra i propri desideri e i doveri verso il contesto il contesto che li ha cullati. Il personaggio che ha lo sviluppo più interessante è probabilmente quello di Bea, cresciuta in un contesto patriarcale è determinata a sviluppare la propria individualità con ogni mezzo possibile. Una piacevole sorpresa è invece Salmo: il rapper di Olbia interpreta il personaggio di Snake in modo convincente ma contemporaneamente ha anche curato tutto l’aspetto musicale della serie. Un lato non banale poiché la musica risulta molto rappresentativa ed è spesso legata alla narrazione; ad esempio, quando in scena c’è la Misa – la gang a cui appartiene Bea – c’è perennemente della musica latina, una scelta che racconta quanto nella cultura latinoamericana la musica sia molto più importante di quanto lo sia nella nostra.
Cruda ed erotica, violenta e credibile, costantemente in bilico fra la desolazione del quartiere e lo spaccio di cocaina nei quartieri alti, Blocco 181 convince grazie, tra le altre cose, ad un’idea di messa in scena ben precisa e a un comparto attoriale del tutto in parte tanto nei protagonisti quanto nei comprimari. La serie è disponibile su Sky Atlantic e in streaming su NOW, in attesa della seconda stagione già confermata dai produttori.