Andrew – Le ombre di un principe recensione docuserie Sky Crime+Investigation
Questa vicenda riguarda il potere e soprattutto l’abuso di potere.
(Andrew – Le ombre di un principe)
Andrew Windsor, secondo figlio maschio della Regina Elisabetta II, con l’aumentare degli eredi del fratello maggiore Carlo ha visto sfumare definitivamente la possibilità di succedere al trono della Gran Bretagna. Insieme col venir meno della sua importanza come reale, è cresciuta esponenzialmente la sua fama mediatica, sia per le risapute avventure con le donne, sia per le faccende giudiziarie che l’hanno coinvolto.
Andrew – Le ombre di un principe è un prodotto televisivo targato Sky, disponibile su Crime+Investigation, canale 119 di Sky, che, sotto forma di documentario, si prefissa di raccontare la storia del Duca di York, soffermandosi sui contatti col noto imprenditore e criminale newyorkese Jeffrey Epstein, arrestato per traffico e abusi sessuali ai danni di ragazze minorenni.
La ricostruzione si affida alle personalità che, in modi diversi, hanno avuto contatti con il principe o hanno giocato un ruolo nelle vicende trattate. Ascoltiamo le parole della presentatrice britannica Selina Scott, della giornalista d’inchiesta e scrittrice Vicky Ward, della conduttrice della BBC Emily Maitlis e di svariati conoscitori della famiglia reale.
Partendo dal 1960, anno di nascita del principe protagonista, la serie giunge fino al 2019, con la celebre intervista rilasciata al Newsnight (Prince Andrew & the Epstein Scandal, nella decima stagione del suddetto programma televisivo).
Il tentativo di questo prodotto è quello di raccontare il legame che il principe ha intrattenuto con Epstein e le accuse a lui rivolte, cercando allo stesso tempo di non tralasciare il quadro psicologico suo e degli altri personaggi principali. Viene raccontata l’invidia reciproca che i fratelli Andrew e Carl provavano l’uno per l’altro da bambini (Andrew per il ruolo da primogenito e Carl per le minori responsabilità e i minori doveri che sembravano spettare al fratello), l’ossessione di Andrew per le donne e per il denaro (le due passioni che lo porteranno a stringere amicizia con Epstein) e la profonda pressione mediatica a cui la famiglia reale è stata sottoposta, che ha avuto riflessi anche sui rapporti affettivi (in particolare sul matrimonio di Andrew con Sarah Ferguson).
Il programma gode di buon ritmo che dona ai due episodi un’ottima scorrevolezza. Questo soprattutto grazie al montaggio che alterna riprese aeree della città di Londra e di Buckingham Palace, a ricostruzioni verosimili dei fatti raccontati, alle riprese delle persone che narrano le vicende. Tutto ciò assicura un buon coinvolgimento dello spettatore, che si trova a fare i conti con una storia fatta di bassezze e abusi, ma anche di una coraggiosa lotta per la verità.
Emerge infine una potente riflessione sul ruolo del giornalismo, sul potere che ha di combattere le ingiustizie. Sarà proprio il cosiddetto “quarto potere” (cioè quello giornalistico) a far emergere le ombre di un principe.
Sono convinta che, se l’interessato non fosse stato un principe […]
le indagini sarebbero senza dubbio proseguite.
(Andrew – Le ombre di un principe)
Per chi già conosce le vicende della famiglia reale più nota in Europa e vuole approfondirne le dinamiche, per chi ancora non la conosce ed è interessato a scoprirne i segreti, per chi ama le storie raccontate dai veri protagonisti o per chi apprezza lo stile documentaristico, Andrew – Le ombre di un principe è un titolo da non perdere.